Il diabete si manifesta quando il corpo non è in grado di produrre insulina in quantità sufficiente. L’insulina è un ormone che viene prodotto dal pancreas e regola il livello glicemico nel corpo. Le variazioni ormonali associate alla gravidanza determinano nella futura mamma un maggiore fabbisogno d’insulina. Se il pancreas non è in grado di soddisfarlo, la glicemia aumenta. L’alto livello glicemico della madre influisce anche sul feto, che reagisce mediante una maggiore produzione propria di insulina. A differenza degli zuccheri, l’insulina non attraversa la barriera placentare e, accumulandosi nella placenta, stimola la crescita e la produzione di grasso, cosa che determina l’aumento del peso e dell’altezza del neonato.
Il diabete gravidico scompare normalmente subito dopo l’espulsione della placenta. In alcuni casi, tuttavia, il disturbo del metabolismo può permanere anche dopo la nascita del bambino. Dal 25 al 50% delle madri sviluppano un diabete mellito di tipo 2 entro 5-10 anni dalla nascita. Gli specialisti raccomandano pertanto un controllo della glicemia dopo 6 settimane circa dalla nascita e in seguito una volta l’anno.
Esiste un maggiore rischio di diabete gravidico in caso di:
- Sovrappeso (indice di massa corporea superiore a 25)
- Diabete nei familiari (genitori o fratelli)
- Diabete gravidico in una gravidanza precedente
- Etnia africana, asiatica o latino-americana
- Età superiore a 30 anni
- Ripetute interruzioni di gravidanza
- Altri figli con peso alla nascita superiore a 4000 gr
Le persone ad alto rischio devono verificare i livelli di glicemia già al primo controllo di gravidanza. Raccomandiamo a tutte le future mamme di sottoporsi al test del diabete gravidico tra la 24a e la 28a settimana di gravidanza, poiché in numerosi casi non si evidenziano i fattori di rischio indicati.
In gran parte dei casi la mamma non manifesta disturbi, ossia i sintomi tipici del diabete (p. es. forte sete, frequente necessità di urinare). Spesso sono presenti solo sintomi generici, p. es. una maggiore predisposizione a infezioni delle vie urinarie, pressione sanguigna e quantità di liquido amniotico elevate o alti livelli di glucosio nelle urine.
Nell’85% dei casi il diabete gravidico può essere trattato efficacemente per un periodo prolungato mediante un’adeguata alimentazione. Preferire pasti leggeri e frequenti a pochi e più pesanti e ridurre le calorie in caso di sovrappeso (BMI superiore a 25) sono le prime misure da adottare. L’esercizio fisico regolare, adeguato ed esente da rischi per le gestanti, come nuotare, camminare o salire le scale, favorisce la produzione autonoma di insulina del corpo. Se una dieta bilanciata e il movimento non consentono di ottenere i risultati sperati, occorre inserire l’iniezione di insulina. Gli antidiabetici per via orale (compresse glicemiche) non sono di norma ammessi.